E’ datato maggio 2010, ma è stato reso pubblico a luglio. Si tratta del documento “Monitoraggio della mobilità e del trasporto 2009” – il rapporto sulla mobilità che la giunta regionale dell’Emilia-Romagna predispone annualmente per l’Assemblea legislativa (qui trovate il file zippato). Un documento voluminoso (438 pagine), dunque impegnativo anche solo da leggere (ma da qualche giorno è disponibile una versione “sintetica” di sole 89 pagine: vedi). Il capitolo 5 è dedicato al “settore ferroviario” (pp.139-225). In questo capitolo sono riportati alcuni dati interessanti sulla qualità del servizio. Conviene dare loro un’occhiata, tanto per rendersi conto se le percezioni degli utenti (di un servizio di assai scarsa qualità) e le lamentele dei comitati (che anno dopo anno non diminuiscono) trovano giustificazione.
[1] Il servizio ferroviario regionale è in crescita. Una crescita quantitativa. Il passaggio del “trasporto locale”, anche ferroviario, alle Regioni è avvenuto in seguito al D.Lgs. 422/1997 e disciplinato, per la Regione Emilia-Romagna, con accordi di programma del 2000. In tal modo la Regione ha ereditato dallo stato 14.330.000 treni*km. Questo volume di servizio è cresciuto di 1.700.000 treni*km dal 2000 al 2008; quindi di 500.000 treni*km da dicembre 2008; infine di 1.550.000 treni*km dal dicembre 2009 (pp.141-142). La gestione Regionale ha dunque portato un incremento complessivo, in circa 10 anni, del 26,2% (+3.750.000 treni*km). Rientra in questo incremento la riattivazione della linea Vignola-Casalecchio-Bologna (di 32,7 km) con oggi 44 corse giornaliere nei giorni feriali: 34 corse Vignola-Bologna (o Bologna-Vignola) e 10 corse Bazzano-Bologna (o Bologna-Bazzano). I treni del trasporto regionale “in un giorno medio feriale destagionalizzato” sono passati da 1.841 nel 2000 a 2.195 nel 2008/2009 (+19,2%) (p.170). Mentre i passeggeri saliti nelle 41 “stazioni campione” della regione (in un giorno medio feriale destagionalizzato) sono passati da 95.070 nel 2000 a 102.655 nel 2008/2009 (+8,0%) – una crescita meno che proporzionale rispetto all’incremento del servizio nel periodo. Per la gestione del servizio complessivo il corrispettivo annuo pagato dalla Regione è oggi di circa 118 milioni di euro. Al 2020 è previsto un incremento significativo del servizio: è considerato un “obiettivo raggiungibile” un valore della produzione annua dei servizi regionali di circa 25.500.000 treni*km. A questo incremento del 50% circa del servizio si associa l’attesa di incrementare del 100% i passeggeri trasportati.
[2] Quando parliamo di “servizio ferroviario regionale” ci riferiamo al servizio di gestione di linee regionali da parte del Consorzio Trasporti Integrati – un consorzio costituito da Trentalia Spa e da FER Srl e che è risultato vincitore della gara indetta dalla Regione e che pertanto gestisce il servizio per il triennio dall’1 luglio 2008 al 30 giugno 2011 (ma con possibilità di rinnovo per un altro triennio). Il che significa che, all’interno di un’unica cornice, alcune linee sono gestite da Trenitalia Spa (es. Bologna-Prato o Bologna-Porretta) ed altre da FER Srl (es. Modena-Mantova, Modena-Sassuolo o Vignola-Bologna). FER Srl nel 2009 ha terminato il percorso di assorbimento delle linee regionali gestite da soggetti locali (erano 9 nel 1999 ed operavano su 350 km di linea; tra questi c’era anche ATC Spa che gestiva la linea Vignola-Bologna – quest’ultima è passata a FER Srl nel febbraio 2009). Oggi dunque FER Srl è l’unica azienda che opera nel servizio ferroviario in Emilia-Romagna, oltre a Trenitalia Spa. L’87% del suo capitale sociale è detenuto dalla Regione.
Veniamo alla qualità. Alla qualità del servizio ferroviario regionale è dedicato il paragrafo 5.3 del rapporto (pp.155-168). Il concetto di “qualità” è tradotto operativamente in più dimensioni: (a) puntualità dei treni; (b) affidabilità (con riferimento ai treni soppressi); (c) qualità dei treni e delle stazioni. Su almeno due delle tre le dimensioni i dati rappresentano una situazione di grave criticità.
[3] Puntualità. In merito alla puntualità i dati riferiti ai “treni della rete regionale” (quella gestita da FER Srl) il rapporto è molto chiaro: per i treni regionali con ritardo fino a 5 minuti “i dati sono insoddisfacenti, risultando la puntualità praticamente sempre al di sotto dello standard di riferimento” (p.157). Il contratto di servizio prevede infatti uno standard pari al 96% – ovvero almeno il 96% dei treni debbono arrivare puntuali o con un ritardo non superiore a 5 minuti. Per l’intero periodo da luglio 2008 a dicembre 2009 lo standard non è stato rispettato, se non in due mesi (agosto 2008 e febbraio 2009). Nel rapporto mancano invece, per la rete regionale, i dati dei treni con ritardo fino a 15 minuti. Occorre in ogni caso considerare che l’attuale sistema di presentazione dei dati sulle corse in ritardo non consentono di effettuare delle verifiche puntuali sulla loro precisione. In effetti anche l’associazione degli utenti “In prima classe per Bologna-Vignola” ha avuto modo di rilevare la non congruenza tra le proprie rilevazioni e quelle di FER Srl. Ai dati che mostrano una performance insoddisfacente del servizio in merito alla puntualità dei treni si associa dunque un sistema di rilevazione ugualmente insoddisfacente, perché non trasparente (non consente, cioè, di verificare il ritardo registrato dal sistema di rilevazione per ogni singolo treno – es. il treno 11644 delle 6.07 da Vignola del 3 agosto 2010). Un’azienda che si vuole “pubblica” (controllata dalla Regione) dovrebbe preoccuparsi anche di garantire questa “trasparenza”, in tempo reale, rispetto alla qualità del servizio che eroga!
[4] Affidabilità. La situazione è ancora più grave dal punto di vista dell’affidabilità. “Per quanto attiene la Rete Nazionale, nel 2009 sono stati soppressi, durante tutto l’arco dell’anno, 5.063 treni su un totale di 187.833 treni programmati pari a circa il 2,7% del totale.” (p.160) Sulla Rete Regionale (gestione FER Srl) le cose vanno ancora peggio! 2.985 sono stati i treni soppressi nel 2009, su 88.369 programmati (pari al 3,4% del totale dei treni previsti). Di questi 2.612 sono stati “sostituiti” con pullman (ma con inevitabile allungamento dei tempi di percorrenza e comunque con tribolazioni aggiuntive per i passeggeri che, in molti casi, si arrangiano diversamente); 373 non sono stati sostituiti. Le soppressioni di treni sono raggruppate in quattro distinte classi: per sciopero; per lavori programmati (la linea Bologna-Vignola è stata una tra le più colpite per questo a causa di lavori nell’estate 2009); per forza maggiore (es. neve); per “altre cause” (in questa classe ricadono i guasti ai mezzi e per questo motivo la linea Vignola-Bologna risulta al primo posto!). Quest’ultima classe (“per altre cause”) è la più significativa, se si vuole ragionare di qualità del servizio. A pagina 163 del rapporto, la figura 90 riporta il grafico dei treni soppressi per “altre cause” nelle 9 linee a gestione FER Srl. Il dato è impressionante visto che 4 linee ne sono esenti (le tre linee attestate su Reggio Emilia e la Parma-Suzzara), mentre le altre 5 producono l’intero volume di soppressioni per “altra causa”. Al primo posto in questa classifica delle “disgrazie” si colloca la linea Vignola-Bologna, con circa 290 treni soppressi nel 2009 per guasto & C. (mentre il totale delle soppressioni sulla linea, nel 2009, è di circa 390 treni)! Per la linea Vignola-Bologna significa una media di più di 1 treno soppresso al giorno!
[5] Qualità dei treni e delle stazioni. Problemi gravi di qualità emergono anche in merito a treni e stazioni. Questo aspetto della qualità viene rilevata da “campagne di rilevazione” condotte periodicamente, sia sui treni (nel 2009 sono stati realizzati 3.044 controlli sui treni) che sulle stazioni (almeno due sopralluoghi all’anno in tutte le stazioni della regione). Anche in questo caso viene rilevato il rispetto o meno dello “standard” di servizio (che cosa si intenda per standard non è però specificato). Sta di fatto che, per l’anno 2009, il risultato è il seguente: risultano “fuori standard” il 36,6% delle stazioni in merito alle “informazioni all’utenza” ed il 42,9% in merito a “pulizia e comfort”; risultano fuori standard il 15,0% dei treni in merito a “informazioni all’utenza” ed il 17,8% in merito a “pulizia e comfort”. Che dire? C’è da ritenersi soddisfatti? Assolutamente no. Non solo per le percentuali ancora particolarmente elevate dei “fuori standard” (elevatissime per quanto riguarda le stazioni – qui una ricognizione fatta di recente alla stazione di Bazzano: vedi)! Non solo per il fatto che in ogni caso lo “standard” non è esplicitato (ed anche questo lo dovrebbe essere, innanzitutto nei confronti dell’utenza)! Ma anche perché le serie storiche evidenziano che non si registra alcun miglioramento nella qualità dei treni e delle stazioni negli ultimi 5-6 anni! I dati evidenziano un miglioramento nei primi due anni di impegno regionale per il servizio ferroviario (anni 2002-2003) e dopo basta! Dal 2005 al 2009 la qualità non migliora! Anzi, in alcuni casi peggiora, seppure di poco! Solo l’estensore del rapporto può dirsi soddisfatto di dati di questo genere! Si vedano i commenti positivi (sic!) a p.165.
[6] Dall’1 agosto 2010 la Regione Emilia-Romagna ha fatto partire un “adeguamento dei prezzi” del trasporto ferroviario passeggeri della regione. Si legge “aumento” delle tariffe del servizio ferroviario (+5,5% per i biglietti di corsa semplice; incrementi più contenuti per gli abbonamenti). Al di là delle considerazioni sul “ciclo elettorale” (l’aumento è deliberato a metà anno, plausibilmente per non “disturbare” le elezioni regionali del 28-29 marzo), non è l’incremento in sé dei prezzi che disturba. Plausibilmente il tasso di copertura finanziaria del servizio (per la parte relativa alla vendita di biglietti ed abbonamenti) è ancora basso e se si definiscono dispositivi di tutela per le persone a reddito più basso l’incremento ci può stare. Il problema vero è che non è chiaro quale servizio l’utente acquista con quel biglietto (o abbonamento). Un servizio in cui c’è il 5% di probabilità di arrivare in ritardo (come confermano i dati 2009)? Un servizio in cui un treno al giorno viene soppresso (come successo nel 2009 sulla linea Vignola-Bologna)? Un servizio in cui ci sono ancora “fuori standard”, sia su treni che su stazioni, in misura indegna per un “paese civile” (come testimoniato dal rapporto 2009)? Cittadini ed utenti di un paese moderno e di una regione moderna vorrebbero che venissero mostrati chiaramente i “termini contrattuali” che valgono con l’acquisto del titolo di viaggio! Gli utenti del servizio ferroviario di una regione che si vuole moderna vorrebbero una performance diversa del servizio ed anche un livello diverso di trasparenza (nei loro confronti) da parte di un’azienda pubblica controllata dalla Regione stessa nella misura dell’87%! Per questo nel momento in cui è richiesto un aumento del 5,5% del prezzo dei biglietti si vorrebbe vedere che il servizio offerto in cambio è di qualità ed erogato da un’azienda efficiente e trasparente. E’ così oggi?
Anche l’ultima nota del CRUFER, il Comitato regionale degli utenti, si lamenta ancora per questioni fastidiose (qui il testo della nota, del 26 luglio, in pdf), ma tutto sommato banali da risolvere: la mancanza di un adeguato servizio di controlleria dei biglietti e la difficoltà nel reperimento dei titoli di viaggio (sic!)!