In questi giorni di polemiche sui costi della politica ci sono problemi che toccano la vita di un gran numero di cittadini di questa regione, a cui le istituzioni potrebbero forse dare una risposta adeguata. Secondo il rapporto regionale annuale di monitoraggio della mobilità e del trasporto in Emilia-Romagna (maggio 2011), nel 2010 quasi 20.000 cittadini ogni giorno hanno utilizzato una delle nove linee del trasporto regionale, direttamente gestite da Ferrovie Emilia Romagna (FER). Quasi la metà di questi pendolari viaggia verso Bologna da Ovest (linea Vignola-Bologna) e da Est (Portomaggiore-Bologna). Cosa si desume dal rapporto? Oltre a un positivo incremento dell’utenza negli ultimi cinque anni, spicca però l’ammissione sui disservizi (soppressioni, utilizzo di treni diesel obsoleti, assenza di accesso per i disabili: insomma, cose gravi), contro i quali si sono costituiti diversi blog di pendolari. È di questi giorni, per la prima linea, un importante esperimento di audit civico (vedi).
Si tratta di un caso concreto in cui da Viale Aldo Moro, e dalle oggi discusse province che compartecipano alla nomina dei vertici dell’ente coinvolto, dovrebbe arrivare un segnale tangibile, vista la scadenza (ieri) dell’attuale consiglio di amministrazione FER. Su quali basi le istituzioni preposte (regione e quasi tutte le province, oltre a ACT di Reggio Emilia) si accingono a rinnovare i tre membri del consiglio? Perché, con l’eccezione di uno dei suoi componenti, non compaiono sul sito di FER informazioni adeguate sul curriculum, e in nessun caso sulle retribuzioni? E che dire dei risultati concreti conseguiti in questi tre anni di mandato? Tutti i cittadini, e non solo chi usa ogni giorno il treno, hanno il diritto di conoscere, per poter poi valutare come le istituzioni elettive si comportano nel momento cruciale di designazione dei dirigenti che governano questo ed altri settori.
Ora, chi scrive dichiara senza problemi di essere parte in causa: vivo a Vignola, e da anni spero in un servizio decente per raggiungere Bologna. Sono effettivamente entrati in servizio treni più nuovi (diesel…) ma, come conferma il rapporto regionale sopra citato, la linea presenta il più elevato numero di cancellazioni (due al giorno di media!, non sempre coperte dal più lento servizio sostitutivo di bus). Oltre ad avere il non secondario problema della durata: un’ora per 30 chilometri è già al limite dell’accettabile, ma a due condizioni, che vi sia certezza di presenza del servizio e che vi siano almeno alcune corse più veloci nelle ore di punta.
Per una regione che si dice sostenitrice della mobilità a basso inquinamento e dove, ancora per sua stessa informazione, nel 2010 ben 401 persone sono morte a seguito di incidenti stradali, è troppo chiedere maggiore trasparenza ed efficienza? Perché il problema non è (solo) lo stipendio dei politici, ma anche e forse soprattutto quello delle capacità dei manager che vengono nominati dalla politica, troppo spesso per trascorsi amicali e, quindi, senza le adeguate competenze. Chi conosce la storia del trasporto locale di questa regione sa che ci sono anche responsabilità di comuni e province sui ritardi e i disservizi. FER compie dieci anni e il miglior modo di festeggiare sarebbe quello di fare finalmente passi concreti e veloci verso un servizio migliore. Vedremo.
Gianfranco Baldini
Gianfranco Baldini è professore associato confermato all’Università di Bologna (vedi). Il testo è stato pubblicato sul Corriere di Bologna del 31 luglio scorso. L’associazione ringrazia Baldini per averci consentito di pubblicare qui il suo articolo che ci riguarda molto da vicino.