Martedì 22 maggio il treno da Vignola per Bologna delle 7.48 non è partito, rimanendo bloccato in stazione. Il motivo? Si è rotta la chiave nella serratura della porta della cabina di guida, così macchinista e capotreno sono rimasti chiusi fuori. E la corsa è saltata costringendo un centinaio di persone ad arrangiarsi diversamente. Tra di loro anche una classe di alunni di una scuola vignolese. Il treno bloccato, uno dei nuovi ATR220, ha inoltre impedito l’arrivo e la partenza anche del treno successivo, quello delle 8.48, visto che ancora oggi alla stazione di Vignola può entrare un treno solo alla volta! Era successo pari pari la stessa cosa meno di un anno fa (vedi). Anche in quell’occasione una chiave rotta nella serratura della cabina aveva fatto cancellare la corsa e messo a soqquadro la programmazione della linea. Errare è umano. Ma perseverare è diabolico! Il ripetersi dell’episodio testimonia che l’azienda che gestisce il servizio ferroviario Vignola-Bologna – ieri FER, oggi TPER (nata dalla fusione tra FER e ATC) – non ha capacità di apprendimento. Almeno sulle “piccole” questioni relative al servizio. Che poi si rivelano quelle decisive. Lo testimonia questo episodio, ma anche molti altri che ancora oggi segnalano che ci sono parecchie cose che non vanno.
Solo per rimanere a questo pezzo di territorio abbiamo visto, in diverse occasioni, nei giorni scorsi, fuori uso l’unica obliteratrice in stazione a Vignola. Il contratto di servizio ne prevede due in ogni stazione, ma a Vignola questa norma non è mai stata applicata! Manca anche una macchina emettitrice di biglietti (lungo la linea è presente solo a Bazzano ed a Casalecchio)! Ed a Savignano Comune l’obliteratrice è fuori uso da almeno 4 mesi e nessuno ha provveduto alla manutenzione! In attesa che la nuova azienda dispieghi il suo possente piano industriale non sarebbe male iniziare a dare risposta a questi piccoli problemi. Che poi si rivelano decisivi e fanno la differenza tra un servizio di qualità ed uno gestito “alla carlona”. A proposito, per chiavi e serrature facciamo in modo, almeno, di impedire che si realizzi il detto “non c’è due senza tre”.