Anche ieri (giovedì 12 maggio) un passaggio a livello non funzionante sulla ferrovia Vignola-Bologna. E’ successo nel tratto tra via Lunga e Crespellano. Il treno era il numero 11495, partito alle 19.16 da Bologna. Treno che si ferma, capotreno che scende, si posiziona in strada con la bandiera rossa a presidiare il passaggio del treno a passo d’uomo. L’Italia può mandare un’astronauta in orbita, ma non siamo nelle condizioni di garantire la sicurezza dei passaggi a livello. Almeno sulle ferrovie “minori” (che, come la Vignola-Bologna, trasportano comunque 8mila passeggeri al giorno). Episodi del genere succedono con una certa frequenza. Almeno venti in un anno. Tre ogni due mesi. Guasto più, guasto meno. Perché il fatto singolare è duplice.
- In primo luogo i problemi permangono, i guasti non si riescono ad eliminare nonostante anni di investimenti e “migliorie”. Evidentemente servono investimenti sino ad ora non realizzati. Eppure la linea ferroviaria Vignola-Bologna è stata ripristinata nel 2004 (nel settembre 2003 da Bazzano). Le autorità promettono miglioramenti – che però sino ad oggi non ci sono stati.
- In secondo luogo – e questo è, se possibile, ancora più disturbante – istituzioni ed aziende del servizio ferroviario non si sentono in dovere di essere “trasparenti”. I dati sui guasti ai passaggi a livello, anno dopo anno, sono stati promessi (da ultimo dall’assessore regionale Raffaele Donini, in occasione di un consiglio comunale in Valsamoggia, dopo un incindente tra un treno ed un’auto ad un passaggio a livello avvenuto nel novembre 2015: vedi). Ma non sono mai stati forniti. Li ha chiesti la nostra associazione – che oramai da tre anni sta richiamando l’attenzione su questo problema ancora sottovalutato (vedi). Li ha chiesti, da ultimo, la lista civica “Civicamente Samoggia” con un’interpellanza datata 7 febbraio 2016 (pdf). A cui l’assessore alla mobilità di Valsamoggia ha risposto sbrigativamente per e-mail il 29 febbraio scorso, limitandosi a girare una risposta del tutto vaga ottenuta da FER Srl. Un tecnico di FER Srl ha risposto laconicamente di aver “contato circa 20 guasti all’anno (nel 2015 una leggera flessione, i guasti sono stati 18)”. Circa. Guasto più, guasto meno. Anno più, anno meno. Eppure l’interpellanza era chiara. Chiedeva “i dati storici dei guasti e degli incidenti avvenuti nei passaggi a livello” nel corso dei 12 anni di esercizio della linea. Tutto quello che le istituzioni sanno dire ad utenti e cittadini è “circa 20 guasti all’anno”. Ovviamente un guasto può durare diverse ore e per questo motivo ogni guasto riguarda in realtà più treni (ovvero il rischio di incidente o anche solo i rallentamenti nella circolazione sono in realtà moltiplicati).
E’ davvero singolare che nell’epoca dell’amministrazione “trasparente” (riferimento è il decreto legislativo n.33/2013) i dati sui guasti ai passaggi a livello siano trattati come segreto di stato. Odioso espediente. Il non rendicontare questi aspetti della “performance” del servizio consente di schivare il pressing per il miglioramento. I nuovi treni sono importanti. Ma per un servizio di standard europeo serve una diversa capacità organizzativa ed una diversa cultura del servizio.